lunedì 16 gennaio 2012

Impara l'arte e mettila...

da parte?... Macchè!
Impara l'arte e mettila nelle mani di qualcun'altro. Fare il pane è una grande arte. Che richiede pazienza, curiosità e manualità. Ma in fin dei conti è un'arte bella da condividere, perchè mettere le mani nella farina in tanti è più bello assai.
E poi chi resiste se ha davanti della farina e dell'acqua. Un panetto viene fuori di sicuro!
Ci siamo trovati una mattina di inizio autunno, una ventina, quasi tutti reduci dalla mietitura. E ovviamente al campo. Le maniche tirate su, un pò di perplessità sulle proprie capacità di panettiere, e molta voglia di veder cosa veniva fuori.
Abbiamo iniziato macinando il grano, con un piccolo mulino a pietra di stampo casalingo.
Quindi abbiamo separato la farina dalla crusca, e infine, in gruppetti di 2-3 abbiamo impastato...


Durante la pratica, qualche artista si staccava per qualche murales...


...mentre qualcuno, più goloso, pensava a preparare l'uva per una schiacciata con l'uva..


Una volta preparato l'impasto, bisogna aspettare... e ancora aspettare. E quindi, che fare nel frattempo? le mani sono calde, gli spiriti desiderosi di usarle... un pò di pasta in casa? Tanto il grano c'è e in abbondanza.


Et voilà.... Ravioli di ricotta e spinaci!
Ora immaginate una catena di montaggio, che neanche la Barilla ce l'ha. Chi impasta uova e farina, chi rulla la sfoglia, chi mette ricotta e spinaci (metà in bocca, metà sulla sfoglia) e chi fa con le mani il "giro" del tortello. Ne abbiamo fatti una infinità, e nel frattempo, dalla cucina arrivava l'odore del ragù...

E' l'ora di buttare l'acqua e metter su i tortellini... Una sommata lavata di mani per levare le crosticine di farina appiccicate dappertutto e via, con la sedia sotto il culo. Un bicchiere di vino è già pronto e il solicino di inizio autunno ci fa compagnia nel pranzo. Non penso si possa descrivere il momento della "Sgranata", lascio al lettore immaginare l'atmosfera... se non è già corso a svuotare il frigo dalla fame che gli è venuta leggendo fino a qui.





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Già, ma il pane? che fine ha fatto? Alziamo i cenci che coprono le scodelle della lievitazione... WOW! Si alza, si alza! Eccolo! E' pronto!


E quindi via nel forno a legna, preparato caldo da qualche ora e fremente di accogliere le pagnotte da far crescere e tostare... 
Ed ecco qua, dopo qualche preghiera e un tempo empirico di circa 40 minuti...



Che ve ne pare? Il risultato è stato ottimo, almeno da un punto di vista estetico... in tutta onestà la consistenza si allontanava parecchio dall'immagine comune del pane soffice e delicato.. Ma per essere la prima volta e con gli strumenti a disposizione, direi che siamo stati piuttosto bravi. 

Infine, soddisfatti del nostro lavoro e soprattutto in preda ai fumi dell'alcool e della lieve sensazione di buzza piena, ci siamo andato a sdraiara nel campo, per rendere omaggio alla terra, ma soprattutto per farci una sacrosanta pennichella comunitaria post pranzo, col sole che piano piano se ne andava a dormire.






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